Arti marziali (Judo, Kendo, Kyudo, Sumo, Karate, Aikido)

Le arti marziali sono una grande tradizione del Giappone. Si dice che il nome giapponese, bu-do, avesse originariamente il significato di “il cammino (do) del guerriero (bu)”, e che il loro scopo non fosse solo quello di affinare il corpo, ma anche di insegnare il rispetto e rafforzare lo spirito, cercando di diventare una persona più completa. Le arti marziali giapponesi sono molte e varie, tra queste le più note sono il judo, il kendo, il kyudo, il sumo, il karate e l’aikido.

Il judo ha avuto origine dal “jiu-jitsu” del vecchio Giappone. Il jiu-jitsu è un’arte marziale per controllare l’avversario con tecniche come prese, leve articolari e calci. Poiché utilizza i movimenti e la forza di un avversario contro di lui, permette a una persona di taglia più piccola di vincere contro un avversario più grande.

Il kendo viene eseguito in una speciale uniforme e delle protezioni o, e l’obiettivo è quello di colpire l’avversario sulla testa (men), sul torso (do) o sulle mani (kote) con una spada di bambù. Il rispetto è alla base di questa disciplina, in quanto gli incontri iniziano e finiscono con gli avversari che si inchinano l’uno all’altro. A settembre 2018, c’erano circa 59 Paesi e regioni membri della Federazione Internazionale di Kendo.

Il sumo è lo sport nazionale del Giappone. I lottatori, chiamati rikishi, combattono a mani nude su un ring chiamato dohyo. Poiché il sumo nasce come pratica religiosa svolta nelle feste e nelle cerimonie religiose shintoiste, è ancora oggi praticato nei santuari, ma ci sono anche sei tornei ufficiali chiamati honbasho che si tengono ogni anno a Tokyo, Osaka, Nagoya e Fukuoka.

I tornei di arti marziali si svolgono in luoghi come il Nippon Budokan a Tokyo.


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